La politica delle nevrosi
Berlusconi, l’altro giorno, ha insultato per l’ennesima volta Rosy Bindi dileggiando quella che egli giudica la scarsa avvenenza dell’esponente Pd. Una vera e propria mania compulsiva, da parte del premier, che ha fatto delle volgarità contro la Bindi il corollario alle sue consuete battute sessiste. Fino ad oggi, d’altronde, l’ossessivo martellare sul sesso di Berlusconi era considerato parte della sua strategia volta alla trasformazione della politica in spettacolo. Ora, la gravità e la gratuità delle volgarità indirizzate da Berlusconi alla Bindi, ultima perla di un rosario fatto di lascivi commenti che il premier non riesce a non proferire in qualsiasi contesto, come sul palco confindustriale all’ultimo Euromed a Milano, svelano che non si tratta di una strategia ma di una nevrosi senile. Un’ossessione che si fa politica. A sostegno della tesi di Veronica Lario che, illo tempore, disse che il marito era malato. Non è raro, d’altronde, che i politici investano affettivamente su quelle che, all’inizio della loro carriera, erano semplici strategie razionali rispetto allo scopo di consolidare il proprio potere. Ma è decisamente più raro il caso di una nevrosi che si fa politica, dove gli elementi cognitivi e catettici, cioè affettivi, del politico verso un oggetto servono, contemporaneamente, […]