Secondo l’ultimo sondaggio Ipr marketing pubblicato oggi dal Sole24Ore, il consenso di Luigi de Magistris alla guida di Napoli è pari al 51% degli elettori, la maggioranza assoluta degli aventi diritto. Un ottimo risultato, come quello ottenuto a Milano da Giuliano Pisapia, e ben più di quanto raccolto da sindaci come Pizzarotti a Parma, Orsoni a Venezia, Merola a Bologna e Doria a Genova.
Alcune considerazioni: solo superficialmente una parte del larghissimo consenso guadagnato da de Magistris due anni fa in occasione delle amministrative che lo portarono sullo scranno più alto di Palazzo san Giacomo è stato eroso. Il sindaco mantiene ancora la maggioranza assoluta, tale da poter nuovamente essere rieletto alla carica di primo cittadino, indipendentemente dalla maggioranza politica di sostegno. Egli è riuscito inoltre a costruire un consenso che va ben al di là della somma delle preferenze dei suoi partiti di riferimento; consenso che perdura ancora oggi, a due anni dalle elezioni e nonostante la reiterata opposizione di Pd e Sel alla sua esperienza amministrativa.
Nonostante l’isolamento politico e i desiderata dei partiti, dunque, de Magistris è ancora il sindaco voluto dalla maggioranza dei napoletani.
L’indipendenza dai partiti confermata dall’ultima rivelazione, in particolare, più che evidenziare una perdita del consenso di de Magistris, ne segnala addirittura il rafforzamento: un rafforzamento personale e indipendente dai giochi delle segreterie.
Il grande risultato delle elezioni fu infatti possibile solo perché molti cittadini votarono contro Lettieri al secondo turno: alla vittoria di de Magistris contribuirono dunque sia gli elettori del Pd sia, in parte, dello stesso Pdl o di altre formazioni centriste. Un exploit che garantì all’ex magistrato un raddoppio rispetto al risultato più modesto del primo turno, e che più fedelmente misurava il suo appeal sull’elettorato.
Considerando che in questi anni la maggioranza politica di de Magistris non è giunta ad includere formalmente il Pd, che anzi non perde occasione per rivendicare la sua opposizione al primo cittadino napoletano, il 51% del gradimento del sindaco continua a rappresentare un unicum politico, alimentato da elettori di centro o del Pd, in difformità con i dettami dei propri partiti.
De Magistris vanta, infatti, una maggioranza superiore ad altri sindaci “scassatori”, come Pizzarotti, o “arancioni”, come Doria. Con la notevole differenza che Doria o Pisapia si collocano nell’alveo di esperienze che assommavano e assommano alle liste civiche arancioni partiti come Pd e Sel, che a Napoli, invece, fanno opposizione.
L’opposizione di questi partiti a de Magistris, dunque, è irrilevante ai fini del consenso al sindaco napoletano e, anzi, sembra essere una scelta chiaramente bocciata da quegli elettori di centro-sinistra che continuano a preferire il sindaco nonostante le indicazioni dei partiti di appartenenza.
Il risultato del sindaco con la bandana, infine, è ancora più straordinario se si pensa che tale maggioranza assoluta è stata registrata all’apice di una crisi congiunturale, e nell’ambito dello scenario napoletano, caratterizzato dal quasi fallimento del Comune e delle partecipate, in un contesto di assenza di risorse che ha oggettivamente impedito a de Magistris di realizzare alcune sue promesse della campagna elettorale; come l’estensione del porta a porta a tutta la città.
Il sondaggio Ipr Mkt dimostra che i cittadini hanno capito che molte delle difficoltà affrontate dalla giunta napoletana non sono diretta responsabilità del sindaco ma sono anzi imputabili a quei partiti che lo hanno preceduto. Partiti, infatti, “puniti dal voto”, dato che tanti elettori del Pd continuano a sostenere de Magistris in modo maggioritario, nonostante la posizione ufficiale delle segreterie.
In questo scenario, un ventilato avvicinamento del Pd a de Magistris è utile – dal punto di vista prettamente politico-elettorale – non tanto al sindaco, quanto soprattutto al Pd.
In cambio, de Magistris risolverebbe positivamente l’isolamento politico nel quale si trova che, seppur non produca reali sfaldamenti del suo consenso oggi, potrebbe risultare un elemento di debolezza in futuro.
Un fronte unico di sinistra, comunque, sarebbe possibile ma anche auspicabile, perché garantirebbe una vittoria certa di una nuova alleanza arancione-Italia bene comune alle prossime amministrative.
Ovviamente, in attesa di sapere chi il centro-destra potrebbe alternativamente candidare a Napoli contro il sindaco uscente.