Che il Pdl non fosse una vera e seria destra conservatrice moderna e rispettabile era chiaro. Un’ulteriore conferma, di cui non sentivamo proprio il bisogno, proviene da Roma, dove è scoppiato il bubbone di “Provolino”.
Provolino è il sopranome di Maurizio Lattarulo, ex Nar, già braccio destro del boss della Magliana, De Pedis, è stato l’elemento di congiunzione fra la mafia romana e l’eversione nera, insieme al sodale Massimo Carminati. Orbene, Provolino, con questo cv, è giunto ad essere staffista e consulente del Comune di Roma, per nomina avvenuta con decreti sindacali firmati Alemanno. Non ho mai creduto che il sindaco postfascita avrebbe potuto realmente tagliare col suo passato, che tanto passato non è, dato che è sposato con Isabella Rauti, figlia dello storico esponente della destra pura e dura, Pino Rauti, e scommetto che fra gli scaffali del loro buen retiro sia più facile trovare Julius Evola che Adam Smith.
La nomina di Lattarulo non è solo inopportuna, ma forse anche illegittima, dato che sarebbe stato assunto con un contratto con “riserva di accertamento dei requisiti per l’accesso allo stesso” che probabilmente non ha.
Purtroppo, certo non scopriamo oggi la storica alleanza fra destra fascista e mafia che, anzi, nella storia del nostro paese, è un fenomeno ricorrente, allargato spesso anche agli ambienti deviati e clericali del Vaticano.
Dalla strage di Portella della Ginestra alle coperture di Lucky Luciano, dal tentato golpe Borghese al caso Calvi e alle stragi, l’asse mafia-fascisti è una delle liason più solide del Belpaese. Veramente qualcuno credeva che Alemanno avrebbe potuto tagliare con questa infame tradizione?