Dunque, dopo l’apertura di Michele Emiliano a un accordo de Magistris-Pd a Napoli, il Pd locale insorge, rimbrotta Emiliano e sembra chiudere definitivamente verso il sindaco partenopeo.
Una chiusura, forse, meno monolitica di quel che appare. Il Consigliere regionale del Pd Peppe Russo, infatti, oggi rilancia la provocazione di Emiliano. Bene.
La verità è che quelli che urlano contro si notano di più. Non temo il grillismo in sé ma il grillismo che è in noi. Una posa che hanno assunto gli arancioni in passato e che ora assale il Pd.
Due torti non fanno una ragione, e sono convinto che si tornerà a discutere di politica.
Io credo che nel Pd ci sia ancora un dibattito aperturista, anche perché un partito che si definisce democratico e che assume come un dogma una posizione unica di chiusura mi sembra tradire il suo stesso dna; e l’auspicio di unire le varie anime della sinistra.
Io dico che il Pd chiude apparentemente perchè non ha capito in cosa consisterebbe l’apertura che de Magistris proporrebbe: poltrone, operazione politica, rilancio del centro sinistra, rilancio della città? Sono dubbi legittimi e che attendono risposte. Non solo per il Pd, ma soprattutto per la città. Anche per quella parte di città che non ama né de Magitris nè il Pd e che, invece di ritenere il soccorso democrat un miglioramento dello scenario politico, sospetta che ne sia un peggioramento.
Insomma, l’apertura deve unire il centro-sinistra ma per sortire soprattutto un miglioramento nell’amministrazione della città. Non altro.
Io credo, allora, che de Magistris e il Pd dovrebbero discutere pubblicamente di cosa si possa fare per il rilancio della città e per l’unità del centro-sinistra. Credo che si dovrebbero organizzare degli stati generali su città e su centro sinistra, tornando a parlare di politica in modo alto; per costruire un percorso progressista che metta in sicurezza quanto di buono ha fatto la rivoluzione arancione, consapevoli che il salto di qualità la fa una strategia riformista di trasformazione materiale delle criticità in cui si attanaglia Napoli: riforma delle partecipate, della burocrazia, aumento della produttività, turn over, occupazione.
E credo anche che questo invito ad aprire una fase costituente debba venire direttamente e fattivamente dal sindaco. Chi governa ha il compito di costruire percorsi e strategie per migliorare l’amministrazione della cosa pubblica. De Magistris deve stanare il Pd e richiamarlo al ruolo di grande forza progressista e di governo del Sud a cui aspira.
Quando questo invito avverrà, come mi auguro, si capirà in cosa consiste un eventuale accordo. La città lo potrà giudicare. E, se sarà un buon accordo, chi lo rifiuterà si prenderà la responsabilità di chiudere ogni trattativa.
Così, a sinistra, saremo in condizione di farci la guerra, di riempirci di fango e di recriminazioni, mentre la destra vincerà. Of course.