Il petrolio e gas utilizzati in Europa provengono in gran parte dalla Russia, attraverso i giacimenti degli Urali, della Siberia e del Caucaso
1.106.449 chilometri di lunghezza. E’ la somma dei chilometri dei primi 10 Paesi al mondo per lunghezza di pipeline*. Un vero e proprio sistema circolatorio. Ma se le vene sono tante, il cuore è unico. E per l’Europa il cuore si chiama Russia.
Oggi, fra gas e petrolio, la Ue dipende da Mosca. Con poche e limitate eccezioni; come la Francia, che produce da sé una percentuale del proprio fabbisogno di energia col nucleare, o la Norvegia e l’Inghilterra, grazie al petrolio estratto nel Mar dl Nord.
I recenti conflitti fra Russia, Ucraina e Georgia sono, infatti, la spia di come Mosca intenda basare la propria forza politica e diplomatica interamente sul ricatto energetico e di come sia pronta a passare all’azione militare quando tariffe e ritorsioni diplomatiche non funzionano.
La pressione che Mosca esercita su Europa dell’Est e Transcaucasia è volta a mantenere la propria posizione egemonica. E ad influenzare, in ultima istanza, la stessa Ue.
Il colosso russo è il secondo produttore ed esportatore al mondo, dopo l’Arabia Saudita. Gran parte del petrolio che viene pompato verso l’Europa meridionale ci arriva dal Caucaso. Il Caspian Pipeline Consortium e il Northern Early Oil nascono in Kazakistan e Turkmenistan, ma devono attraversare la Russia per giungere sulle sponde rumene e bulgare del Mar Nero.
Solo il Western Early Oil – che parte da Baku e passa per la Georgia – bypasserebbe la Russia: peccato che dopo l’ultimo conflitto russo-georgiano, l’oleodotto, ora, si ritrova nelle regioni abcaze e ossete filorusse. Anche gli altri Paesi al di là del Caspio di area turcofona sono legati da profondi vincoli economici e commerciali con Mosca.
L’Europa Centrale è anch’essa blindata: dall’oleodotto dell’amicizia, Druzhba I e Druzhba II; costruiti al tempo del Comecon, quando la Russia distribuiva energia “ai fratelli” del Patto di Varsavia. I Druzhba partono ad Almetyevsk, nel Tatarstan, incanalando il petrolio degli Urali e della Siberia, e pompano l’olio nero fino in Polonia, Germania, Repubblica Ceca.
Il Nord Europa è, invece, alimentato dal Baltic Pipeline System che arriva in Finlandia, a Tallin e Riga: e ancora più ad ovest, su, fino a Danziga e Rostock.
La Russia ha circondato l’Europa anche con i suoi gasdotti: Nord Stream e South Stream sono in cantiere: garantiranno forniture di gas russo dalla Finlandia alla Turchia.
A Sud, Blue Stream, nel corso dei prossimi anni, sarà sostituita da South Stream, in cui partecipa massicciamente Eni tramite South Stream AG; e che, a regime, raggiungerà direttamente l’Italia, arrivando fino a Brindisi.
* mia elaborazione su dati The Worldfact Book – CIA