Il presidente sblocca la situazione di dipendenza politica cui era stata sottoposta l’Agenzia ambientale americana da Bush. Ritorna il Clean Air Act in California.
Il 26 gennaio, il presidente Obama ha firmato due importanti regolamenti concernenti il tema delle politiche ambientali.
Il primo rappresenta un protocollo programmatico che, con l’obiettivo di ridurre i gas serra, anticipa al 2011 le scadenze che Bush aveva fissato al 2020: una netta inversione di rotta rispetto al provvedimento dell’ex presidente che, in pratica, scaricava anche i “costi politici”, oltre che economici, ad una data tanto lontana da non dover fattivamente interessare la propria amministrazione.
La presidenza Obama, invece, si assume completamente la responsabilità della riconversione energetica, fissando obiettivi che devono essere raggiunti già in questo mandato.
L’altro provvedimento approvato dal presidente concerne il reintegro dei poteri speciali concessi alla California in tema di regolamentazione dei gas serra.
Grazie al pioneristico Clean Air Act del 1970, lo Stato della California poteva, infatti, approvare regolamenti anti-inquinamento sperimentali e anche più severi rispetto alle leggi federali, previa approvazione da parte dell’Epa, l’Agenzia di protezione ambientale americana.
Dall’anno scorso, l’Epa ha, in pratica, inibito questa potestà concessa alla California. La mossa dell’attuale presidente è, quindi, di grande portata. La ratio sottesa al Clean Air Act, infatti, era quella di sperimentare policy innovative nel “laboratorio” della California, Stato da sempre fautore di scelte politiche pionieristiche. Basti pensare che la prima adozione della benzina senza piombo fu decisa da Sacramento.
Il vecchio regolamento, inoltre, prevedeva che sulla scia di quanto approvato in California, altri Stati potessero adottare la regolamentazione californiana invece della federale: cosa che, fra l’altro, è strettamente legata al successo di ogni politica, quando viene implementata dal basso e non imposta da Washington.
La fine del laboratorio California fu firmata da Bush, incardinando all’Epa i suoi “falchi”. Nel 2002, Sacramento approvava una legge che imponeva alle aziende automobilistiche di ridurre l’emissione dei gas serra del 30%, entro il 2016: uno standard che era esattamente il doppio rispetto a quanto previsto dall’allora legge federale vigente.
Altri 13 Stati si dichiaravano pronti a seguire l’esempio californiano. A quel punto, Bush bloccava la legge attraverso l’Epa, nonostante la Corte Suprema avesse precedentemente chiarito come il Clean Air Act fosse costituzionale. Il provvedimento di Obama, quindi, non solo rappresenta un ritorno allo status quo ante, ma “libera” l’Autorità ambientale, la cui posizione di terzietà era stata fortemente incrinata dal selvaggio spoil system repubblicano.